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Dalla Trimprob all’ESO-MED 9A: un’evoluzione che guarda al futuro L’ESO-MED 9A rappresenta l’evoluzione tecnologica del concetto diagnostico introdotto dal Trimprob. Dopo che Finmeccanica, attraverso la sua controllata Galileo Avionica, decise di interrompere lo sviluppo e la produzione del Trimprob – rinunciando anche all’assistenza tecnica sulle macchine già distribuite – si rischiava di perdere una straordinaria possibilità di diagnosi precoce dei tumori solidi. Una possibilità che, come molti medici sostengono, avrebbe potuto cambiare le sorti di migliaia di pazienti: rilevare formazioni tumorali già al primo millimetro di sviluppo, quando le cure sono più semplici e le possibilità di guarigione possono sfiorare il 100%, prima della formazione di pericolose metastasi. Alla base di questa tecnologia c’è un principio fisico: le cellule tumorali (ma anche quelle malate) rispondono in modo diverso alle onde elettromagnetiche rispetto a quelle sane. In particolare, reagiscono a frequenze ben definite – indicativamente 400 MHz, 800 MHz e 1200 MHz – con emissioni di potenza centinaia di volte inferiori a quelle di un comune telefono cellulare. Eppure, mentre il cellulare viene tenuto all’orecchio anche per ore, l’ESO-MED resta a contatto con il corpo solo per pochi minuti. L’ingegnere milanese Canonico, in collaborazione con il Politecnico di Milano (Meccanica, Elettronica, Informatica), riprese e sviluppò il progetto, trasformando il principio base del Trimprob. Invece di registrare il semplice mancato passaggio delle onde – come avveniva nel sistema originario – adottò il principio dello scattering, basato sull’analisi delle onde riflesse in modo differente dalle cellule malate. Un sistema più raffinato, ma anche più sensibile. Forse... troppo sensibile. L’alta precisione della sonda la rendeva vulnerabile alle interferenze ambientali: cellulari, antenne trasmittenti, apparecchiature elettroniche nelle vicinanze. Nonostante i molti miglioramenti apportati, il progetto ricevette un duro colpo con la prematura scomparsa dell’ing. Canonico. Essendo lui il socio di maggioranza e il principale promotore, e vista la mancanza di interesse da parte degli eredi, la società fu costretta a chiudere. Ma una piccola realtà di Recanati (MC), la New Genesys, che nel frattempo aveva affittato un’unità ESO-MED 9A e stava conducendo test su decine di pazienti per studiare e correggere le interferenze, ha deciso di non arrendersi. E vuole continuare. A sostenere questa rinascita, un altro ingegnere elettronico – questa volta del territorio – a capo di una ditta di livello internazionale nel campo dell’elettronica e del software. Convinto di poter risolvere definitivamente i problemi di interferenza, ha accettato di collaborare al progetto. Un dettaglio curioso (o forse qualcosa di più di una coincidenza?) è che anche questo ingegnere si chiama... Canonico, proprio come il fondatore.